The Wreckery – Fake is Forever
Gusstaff Records - 2024 CD/LP/DL

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A volte sembrano voler essere più degli scherzi che realtà. Questo è quello che ho pensato quando ho saputo che The Wreckery, la formazione nata a metà degli anni ottanta, della quale si persero le tracce dopo il primo  album, Here at Pain’s Insistence (1987) ed un EP, Ruling Energy (1988), dopo essersi sciolta nel 1989 e riformata nel 2008 per un tour ed un album. Una band formata da musicisti di ottimo livello quali Hugo Race, Robin Casinader, Edward Clayton – Jones, Tadeusz O’Biegly e Charles Todd. Gente che arrivava da gruppi come Plays with Marionettes o i Bad Seeds di Nick Cave.

Oggi la formazione rimane sostanzialmente stabile, con gli ingressi relativi alla sezione ritmica con Nick Barker e Frank Trobbiani, e la musica? Il risultato finale è complessivamente buono, nulla di eclatante, ma Fake is Forever, titolo decisamente centrato visto i tempi, è un disco che ha un peso, se non dal punto di vista musicale, un blend di rock/blues con qualche venatura punk, certamente per quanto concerne i testi che sospesi tra cadenze sarcastiche e pungenti, vedi l’iniziale Smack Me Down, spaziando per la tristezza nel veder passare gli anni contrassegnandoli da amici che se ne vanno come in Garbage Juice, , per arrivare alle inquietudini di pezzi come Get a Name, Evil Me, o i colpi d’arma da fuoco contro J.F. Kennedy di Stole It From Alpha Ray. 

Dei tempi che furono contrassegnati da un sound duro e sporco di quegli anni ottanta rimane poco, se non nulla, ma questo non è un male, perchè la band ha affinato la capacità di scrivere canzoni ad ampio raggio, evitando di cadere nell’inutile riproposizione di un clichè ormai desueto e senza senso. Ed anche quando i tempi si fanno cupi come nell’ottima Dragonfly, la sensazione è quella di una certa freschezza musicale. Discorso a parte per quel gioiello finale di Young People, ballata suadente, cupa, ripetitiva nell’incedere, che entra in circolo e non ti lascia più, con quelle sonorità liquide di un sound di  chitarre magistrale, e poi quel sax…..che spettacolo.

Un mondo vario e complesso, dove però tutto sembra avere un riferimento che fa perno sulla voce, sempre affascinante di Hugo Race che, alla fine, ci porta a dire che di bufale ce ne sono tante, ma fra queste non sono da annoverare The Wreckery. Anzi!

Tracce

Smack Me Down

The Devil In You

Stole It From Alpha Ray

Whistle Clean

Get A Name

Evil Eye

Garbage Juice

Dragonfly

Young People

 

 

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